Circa 4.000 “supereroi” hanno invaso Roma, dal 27 al 30 novembre 2019. Erano i giovani partecipanti al Children’s global summit, organizzato dalla FIDAE (Federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie). Il meeting ha avuto il suo culmine con l’incontro con Papa Francesco.
«Mi piace vedere nel vostro impegno quotidiano la bellezza in azione. Una bellezza formata dalla condivisione di tanti piccoli gesti. Mi viene in mente l’arte del mosaico, in cui tanti tasselli vanno a integrarsi per formare un’immagine più grande. Visti da vicino, quei pezzettini di pietra sembrano non avere significato, ma insieme creano una visione stupefacente». Così, papa Francesco ha esordito accogliendo nell’Aula Paolo VI i partecipanti all’evento internazionale dal titolo “Children’s global summit” organizzato dalla FIDAE (Federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie). Circa 4000 persone, tra bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni, accompagnatori e genitori provenienti da oltre 60 Paesi, Italia compresa. Sono i giovani “supereroi” protagonisti del progetto “Io Posso”, ispirato all’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, che sperimenta l’adozione dell’approccio metodologico “student – centered” dal Design for change, nato in India nel 2009 da un’idea di Kiran Bir Sethi, per superare alcuni aspetti di “rigidità” del sistema educativo tradizionale già attuato in altri Paesi del mondo.
Attraverso il metodo del Design for Change, gli educatori forniscono ai bambini e ai ragazzi, gli strumenti perché diventino loro stessi agenti di cambiamento, impegnandosi nella trasformazione dei propri contesti, condividendo ciò che è stato realizzato per ispirare e contagiare gli altri.
Così, con il motto “IO POSSO!”, cambiano la vita di molti: riforestando i boschi; combattendo il bullismo nelle scuole; evitando l'esclusione e generando empatia; economizzando e decontaminando l’acqua; combattendo il suicidio giovanile e i matrimoni forzati; risparmiando energia, etc. Contribuiscono in questo modo a raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, di Agenda 2030, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. «Non possiamo correre il rischio di Prometeo» ha spiegato Bergoglio ricordando il giovane che nel mito voleva sostituirsi agli dei. «A volte anche noi, senza accorgercene, cadiamo in questa tentazione, quando il nostro “io” diventa il centro di tutto e di tutti. Invece, […] Non dobbiamo farci ingannare e cadere nella trappola dell’esclusività. Voi avete capito che “io posso” deve diventare “noi possiamo insieme”. Insieme è più bello e più efficace! Io posso, noi possiamo, insieme».
Il pontefice li ha poi incoraggiati a proseguire sul loro cammino, partecipando al Global Compact on Education contribuendo a realizzare il “villaggio globale dell’educazione”, con l’aiuto di insegnanti e genitori. «Quello che mi fa tanto piacere – ha concluso – è che avete preferito la solidarietà, il lavoro comune e la responsabilità a tante altre cose che il mondo vi offre. In effetti è così: certe cose ti divertono per un momento, e poi basta. Invece questo impegno insieme ti dà una soddisfazione che rimane dentro. Questo è anche il frutto di un metodo educativo che coinvolge la testa, le mani e il cuore, cioè le nostre diverse dimensioni, che sono sempre connesse tra loro. Ecco perché mi sembrate più felici di chi ha tutto e non vuole dare nulla. Voi siete più felici di coloro che vogliono tutto e non danno nulla. Soltanto attraverso il dare si può raggiungere la felicità (cfr At 20,35) ».